Tra Vattaro e Bosentino si apre la valle della Mandola, dove si poteva trovare, durante la metà del XVIII secolo, un mulino detto volgarmente “El molin dell’orbo della Mandola”. Il mulino era chiamato così per il mugnaio Giovanni Alciner di Vattaro, cieco da un occhio e ormai molto anziani, che viveva lì e faceva andare avanti il mulino.
Oggi di questo mulino non rimane che un ricordo, ma tuttora il luogo è chiamato “al fòil” e, tra le persone di Bosentino e Vattaro, corre ancora la voce di un omicidio avvenuto molti decenni fa.
Il mulino giaceva sulla destra del ruscello Mandola ed era proprietà della famiglia Ducati di Trento, la quale lo affittava periodicamente. Questo edificio era molto noto e molti ci andavano per macinare il proprio grano. Inoltre il vecchio mugnaio, con il suo fare gentile e la sua onestà negli affari, era conosciuto e amato da molti. L’uomo era rimasto vedovo e non aveva intenzione di legarsi con nessun’altra donna, per vivere una vita più libera e per poter risparmiare del denaro per la sua pensione, che teneva segretamente in un ripostiglio del mulino.
Questo nascondiglio era conosciuto soltanto dal padrone e, per sfortuna del povero Giovanni, da Antonio Martinelli di Centa: un uomo vizioso, un ubriacone, che amava giocare e sperperare inutilmente i suoi soldi.
In passato l’uomo aveva lavorato per il mulino, ma era stato licenziato per cattiva condotta. Ora l’uomo avrebbe compiuto qualsiasi delitto pur di guadagnare dei soldi.
Antonio aveva scoperto il nascondiglio durante un giorno lavorativo: entrò silenziosamente nel mulino e vide il vecchio Giovanni frugare nel ripostiglio e sentì tintinnare delle monete d’oro. Da quel giorno Antonio non pensò ad altro e giurò a se stesso che un giorno o l’altro sarebbe entrato in possesso di quel tesoro, per potersela spassare per un bel po’ di tempo.
Il signor Giovanni era un uomo forte, con sé aveva uno schioppo a due canne e un mastino, che incutevano molta paura a Antonio. Giovanni era anche intelligente: Antonio più volte dopo la scoperta andò a chiedere all’uomo lavoro e denaro, ma il mugnaio conosceva bene il giovane e sapeva che non era il caso di fidarsi di lui.
Perciò Antonio Martinelli iniziò a pensare a un delitto come ultima opzione, ma aveva bisogno di un compagno. Lo trovò quasi subito: parlò con Domenico Fontana di Migazzone, un ex carcerato da poco uscito di prigione.
Si trovarono subito d’accordo e pensarono a un piano. Mascherati, pensavano di assaltare di notte il mulino, rendere innocuo con le buone o con le cattive l’Alciner, depredare la sua casa, impadronendosi dell’oro che l’uomo aveva visto e andarsene via. I due non avevano alcun scrupolo di mandare in paradiso il vecchio.
I giovani ladri si armarono e aspettarono il momento giusto per colpire.
Bella la storia a puntate… si mantiene la suspense e si deve aspettare…cosa non facile ai giorni nostri, con tutto a portata di click!