20 maggio, giornata mondiale delle api! in questa occasione Elena Belli ci parla di questo fantastico mondo e di come possiamo aiutarlo anche noi con dei piccoli gesti quotidiani.

Breve introduzione tua, della tua azienda e di APIVAL. – quando e come è nata la passione per l’apicoltura?

Prima di tutto questo facevo una vita completamente diversa. Sono diplomata in ragioneria, dopo 16 anni nell’informatica, lavoravo come programmatrice software, lentamente mi sono avvicinata alle api grazie alla passione di mio papà.

Ho fatto un corso base nel 2004 e con questo è aumentata la mia passione con l’obiettivo che tutto questo diventasse la mia quotidianità. Nel 2010 mi sono licenziata e ho rilevato l’azienda agricola della mamma ed ho introdotto la micro-filiera dell’apicoltura. Questo tramite un laboratorio di smielatura e allevamento di api, con l’obiettivo di vendere il miele prodotto.

Nel 2014 sono venuta a conoscenza dell’associazione degli apicoltori della Valsugana, sono entrata nel direttivo e nel 2015 sono diventata presidente. Così è iniziata una nuova avventura.

L’associazione ad oggi è composta da circa 450 soci. copriamo il territorio della Valsugana, del Lagorai e del Primiero. Lo scopo dell’associazione è di aggregare gli apicoltori per confrontarci con i vari enti, le istituzioni e la provincia per affrontare le criticità e le necessità del settore. 

Perché le api sono importanti? Quali compiti hanno nel nostro ecosistema?

Le api sono indispensabili per l’impollinazione. Ci sono molti altri insetti impollinatori ma la caratteristica principale delle api è che le famiglie sono grosse e fedeli ad una pianta. Quando iniziano ad bottinare una pianta vanno sempre su quella. 

Questo è noto ai frutticoltori, i quali prendono a noleggio delle arnie e le posizionano nei frutteti in modo che nel periodo di fioritura del ciliegio o del melo, per esempio, le api di affezionano a quella pianta e vanno sempre su essa, finché questa da nettare. 

Sono importantissime anche per la biodiversità nei prati, quindi per le piante selvatiche.

Importantissimo anche nell’orto per l’impollinazione delle piante da frutto, come i pomodori, i peperoni e le melanzane. 

L’ape è molto delicata però: esce solo con una temperatura superiore ai 10-14 gradi, se non piove, se non c’è vento. Richiede quindi condizioni climatiche adeguate. Mentre il bombo e altri insetti impollinatori escono anche con condizioni climatiche diverse, infatti per altre specie di piante da frutto, come i mirtilli, sono più indicati i bombi, i quali hanno una ligula più lunga che va più in fondo alla corolla. 

Le api sono pericolose?

Si, le api sono pericolose. Per una persona allergica una puntura di ape può essere mortale. Non sono molte le persone allergiche. Si stima che in 15 minuti, per una persona allergica, se la puntura non viene presa per tempo può portare alla morte poiché va a gonfiarla fino ad arrivare alle vie respiratorie. 

Negli altri soggetti si nota che ci sono persone che reagiscono in modo diverso, chi gonfiandosi di più, chi meno. Comunque, una puntura non è pericolosa. Dopo essere stati punti basta togliere il pungiglione, usare del ghiaccio o qualche crema.

Le api sono in pericolo?

Si, le api sono in pericolo e se ne sente sempre più parlare e stanno sparendo. Le api di per sé hanno molti problemi e sono molto deboli quindi non riescono a sopportare quello che le circonda.

Esiste questo acaro, nello specifico acaro Varroa destructor, il quale è arrivato in Italia attorno al 1980. Esso si attacca all’ape e le succhia l’emolinfa, indebolendo l’insetto. Tramite questo forellino che questo acaro causa all’ape è più probabile che essa venga attaccata anche da altre malattie e infezioni.

Tutto questo porta ad una debolezza per l’ape la quale non riesce più a reagire alle azioni dei veleni e dei fitofarmaci, dei diserbanti, i cambiamenti climatici.

L’apicoltore interviene prendendosi cura delle api. Non esistono infatti api mellifere a livello selvatico, sono veramente poche. Gli sciami selvatici hanno vita breve, si nascondono in camini, in tronchi di alberi ma resistono più di una stagione o due. 

Ad ora tutti i trattamenti che vengono fatti in agricoltura contengono delle molecole che combinate tra loro rendono ancora più difficile la vita per le api, diventa un cocktail di veleni. 

Inoltre, abbiamo sempre meno biodiversità di fiori, nei campi non ci sono molte varietà di fiori; quindi, l’ape fa fatica in certi periodi dell’anno a trovare nutrimento. Avrebbe bisogno di tante varietà di fiori a scalare con diverse fioriture in modo da trovare polline, oltre al nettare. Il polline per l’ape serve per la parte grassa del corpo che le permette di sopportare meglio gli attacchi degli acari e la stagione invernale.

Cosa si può fare per proteggere le api?

Per proteggere le api si dovrebbe non usare, o usare meno, i veleni. Se necessario utilizzarli nelle fasce orarie in cui l’ape non vola: l’ape vola con almeno 14 gradi quindi nelle prime ore delle giornate primaverili mentre in estate le ore di volo aumentano. 

I fungicidi che vengono utilizzati durante la fioritura sugli alberi, questi non sono insetticidi propri, ma se il trattamento viene fatto mentre l’ape è sul fiore viene colpita e lavata dal trattamento, il quale la può abbattere e potrebbe esserle letale. 

Anche lo sfalcio di un prato effettuato con una macchina agricola veloce durante l’orario più caldo della giornata le decima, le distrugge.

Fondamentale sarebbe piantare alberi e piante in modo da permettergli di trovare cibo in varietà.