Abbiamo scritto a Marcello per sapere della sua esperienza come assessore. Lui ci ha raccontato un po’ la sua storia e com’è arrivato a coprire il suo ruolo nella giunta.

Da cosa è nata la voglia di mettersi in gioco?

Potrei fare un elenco ma penso sarebbe poco significativo. La voglia di mettermi in gioco nasca prima di tutto dalla volontà di mettermi a disposizione della comunità, per restituire almeno una parte di quello che ho ricevuto finora. Questo perché credo che se ho e abbiamo avuto la fortuna di crescere in un contesto così bello e stimolante sia anche grazie a chi ha amministrato i comuni prima di noi, e che affinché le cose restino così e magari migliorino ognuno di noi può e deve fare la sua parte. In secondo luogo, ho sentito la voglia di buttarmi, con un po’ di incoscienza, in un’esperienza completamente nuova anche per crescere come persona.

Desideravi arrivare dove sei ora?

In realtà, fino al giorno delle votazioni non avevo piena consapevolezza dell’approvazione che avrei ricevuto. Di fatto avevo pensato poco alla prospettiva di diventare assessore, ero già felice del percorso di creazione della lista e della campagna elettorale e la mia ambizione più realistica era quella di essere eletto nel Consiglio Comunale. Perciò, per rispondere, direi di no perché era un’ipotesi che vedevo troppo lontana.

Quale é stata la sfida piú grande che hai affrontato?

Sicuramente la sfida più grande è stata nei primi mesi capire come si inserisce il ruolo dell’assessore all’interno della macchina del Comune e capire l’organizzazione del Comune stesso.

C’è stato un ostacolo che non ti aspettavi di affrontare?

Banalmente risponderei il COVID, ma questa vale per ognuno di noi. All’interno del Comune direi di no, anzi, avevo il timore che il fatto di essere relativamente giovane potesse essere un problema nel riuscire a farsi ascoltare, ma così non è stato.

Una persona deve avere delle specifiche caratteristiche per la politica?

Credo che ci siano delle caratteristiche che di certo aiutano a svolgere il ruolo, ma che in parte si acquisiscono o migliorano mentre si è in carica. Principalmente mi riferisco a soft skills come la propensione al dialogo e all’ascolto. Non di meno è però di grande aiuto avere alle spalle una formazione di buon livello per riuscire a concretizzare gli obiettivi che ci si pone ed affrontare con competenza le problematiche che naturalmente ci si trova ad affrontare.

Credi che i giovani dovrebbero mettersi piú in gioco?

Come ho già detto, uno dei motivi per cui ho deciso di fare questa esperienza è stato quello di viverla anche come una parte importante del mio percorso di crescita. Credo che non debba passare il messaggio che il giovane deve sentirsi in obbligo di mettersi in gioco, ma che ognuno sappia che ci sono numerose possibilità per essere attivi sull’Altopiano e che nel momento in cui uno \a sentisse la voglia di attivarsi ne ha la possibilità. Di certo però credo che da giovani sia il momento migliore per provare anche questo tipo di esperienze perché, in genere, si ha più tempo ed anche forza per viverle a pieno.

Quale é la domanda piú ricorrente che ti hanno fatto in ambito politico?

Quando sistemate *inserisci nome qualsiasi di una strada*? A parte le battute, la maggior parte delle domande che mi vengono fatte riguardano cose molto concrete quali gli avanzamenti dei lavori dei vari cantieri del Comune e cose simili.