Qualche giorno fa tra libri e giochi in scatola, per tutte le età, abbiamo intervistato Roberta Folgheraiter. 

Roberta, ci racconta, ha sempre apprezzato i giochi in scatola, sia per l’infanzia sia per gli adulti. Questo suo interesse, che prima era solo una passione, ora è diventato il suo lavoro, il suo mondo che è cresciuto sempre di più, anche grazie ai figli.

Questo però non le bastava e ha deciso di contagiare anche gli altri, infatti, sono molte le attività che al momento organizza e propone. Ad esempio Roberta porta i giochi in scatola a Casa Giano nella comunità di recupero dalle dipendenze e ogni mercoledì va al Centro Franca Martini. Insomma a Roberta piace andare sempre in posti diversi e accogliere sempre nuove proposte e iniziative.

Il bello di queste iniziative? la scoperta o la riscoperta di nuove emozioni. Ogni gioco infatti, in qualunque modo lo si proponga, purchè bene, porta le persone a conoscere, conoscersi, scavare dentro di sè, vivere, rivivere e scoprire nuove emozioni.

Sai che cos’è Robin? Questo nome ti dice qualcosa? 

Due anni fa, da Roberta e Mariangela Agostini è nata l’idea di creare un gioco in scatola, che successivamente si è trasformato in Robin. 

Sicuramente con Robin non ci si annoia, infatti durante il gioco bisogna mimare, fare giochi di parole e disegnare

La realizzazione di un gioco in scatola però non è una passeggiata e quattro mani non sono sempre sufficienti. Dietro alla realizzazione di Robin infatti ce ne sono molte altre, Ernesto Anderle, illustratore conosciuto a livello nazionale, si è prestato a disegnare i personaggi delle pedine e ritrarre sul tabellone i simboli principali della città. Matteo Giuliani, artigiano, si è occupato di dare nuova vita agli alberi che nella tempesta di Vaia sono stati sradicati dal terreno, creando con il legno dadi e supporti per le pedine. Gli studenti dell’istituto superiore Artigianelli sono stati coinvolti nella creazione delle grafiche e sono stati proprio loro, ispirati anche dal nome d’arte dell’illustratore (Roby il pettirosso) a proporre Robin come nome per il gioco. Emma Ragozzino invece, si è occupata di correggere, trascrivere e impaginare tutte le carte. 

Inoltre molti sono i volontari che hanno messo a disposizione il loro tempo per aiutare ad assemblarlo e inscatolarlo. Un’azione in piena linea con Robin, il suo scopo infatti è quello di mettersi in gioco e di offrire un bene molto prezioso, il tempo. 

Non c’è da sottovalutare la sua valenza sociale, esso infatti permette ai giovani di mettersi in gioco in prima persona, di orientarsi verso quello che potrebbe essere il loro futuro, divertendosi infatti possono conoscere le 52 associazioni presenti a Trento che hanno deciso di aderire e che sono state suddivise in 6 aree: sociale, prodotti sociali, sport, ambiente, cultura e salute

Dopo aver parlato del lavoro di Roberta e di Robin la nostra intervista è quasi giunta al termine, così, vista la sua esperienza decidiamo di farci consigliare tre giochi adatti a tutti. Ecco cosa ci ha proposto:

  1. La trilogia di balene in volo, balene in libertà e balene in slang
  2. Dixit
  3. Happy Salmon

Vi abbiamo incuriositi? Vi piacerebbe provarlo e giocarci? Il 14 luglio ai Giovedì Vigolani, Roberta porterà Robin e ce lo farà conoscere meglio!